19 gennaio 2022

Reimmatricolazione auto: Cos'è e Come Funziona

La reimmatricolazione può essere fatta per diversi motivi: per smarrimento della targa o per richiedere una nuova immatricolazione in un paese straniero

Reimmatricolare vuol dire, nel vero senso della parola, assegnare una nuova matricola, e quindi una seconda vita, ad un certo veicolo, conferendogli un nuovo nome e un nuovo cognome.

Grazie ad una reimmatricolazione, infatti, i documenti precedenti verranno definitivamente archiviati, non essendo per nessun motivo mai più utilizzabili in futuro.

A prescindere quindi che si stia cercano un'auto nuova o tra le auto usate nelle offerte auto presenti su MiaCar.it, ecco che sapere come funziona la reimmatricolazione può essere di aiuto.

Targa auto: significato e valore

La nascita della prima targa automobilistica, risale alla fine dell'ottocento, in Francia, nella capitale Parigi, e più precisamente nell'estate del 1893.

Fu la polizia, attraverso l'emanazione di una vera e propria ordinanza ufficiale, a imporre che venissero dichiarate e regolarmente censite in un apposito registro, tutte le auto pubbliche circolanti nella regione.

In Italia, invece, le prime targhe furono introdotte più o meno nello stesso periodo, nel 1897, ma a differenza della Francia, esisteva l'obbligo di dotare soltanto i velocipedi di una targa comunale.

Fu solamente quattro anni dopo, nel 1901, che venne emanata la prima regolamentazione, che disponeva l'obbligatorietà di dotare tutte le vetture in circolazione di una specifica targa fissa, prodotta e registrata direttamente dalla prefettura locale.

Da lì, negli anni il percorso evolutivo delle targhe ha fatto sì che quest'ultime subissero dei veri e propri mutamenti, mantenendo solamente la forma e la concezione alfanumerica, cambiando però colore, materiale e dimensione.

Tipologia di targhe

Ad oggi al mondo esistono numerose diverse tipologie di targhe, ognuna con dei tratti specifici e degli elementi identificativi, in grado di poter essere riconosciute in tutto il mondo.

Quelle italiane, ad esempio, riportano marchiati su di esse alcuni elementi riconoscitivi, tra i quali:

  • Anno di immatricolazione
  • Numero progressivo
  • Provincia
  • Nazione
  • Continente

Anno di immatricolazione

Viene indicato attraverso il numero di colore giallo all'interno del cerchio in alto a destra, ed indica le ultime due cifre relative all'anno di immatricolazione del mezzo.

Numero progressivo

È il numero identificativo per antonomasia della targa di un veicolo. Grazie alla sua combinazione alfanumerica infatti, avrà un valore unico e non replicabile, riconducibile solo ad un certo proprietario attraverso delle precise informazioni.

Provincia di appartenenza

Al di sotto dell'anno di immatricolazione, è possibile trovare la sigla della provincia relativa alla motorizzazione che ha emesso la targa, contraddistinta solitamente dalle due lettere di riferimento (MI, TO, FI, ecc.), o anche, a volte, come nel caso di province con poche lettere, dell'intero nome (Roma).

Nazione

Nell'angolo in basso a sinistra invece, è presente una I, che sta ad indicare lo stato di provenienza del veicolo, in questo caso l'Italia.

Comunità/Continente

Ultimo ma non ultimo, posto al di sopra della lettera riferita alla nazione, appare il simbolo dell'Unione Europea, composto dal un cerchio di stelle, per indicare la comunità o il continente di appartenenza.

Reimmatricolazione: requisiti e dove richiederla

Come abbiamo detto, la targa di un veicolo costituisce una vera e propria carta d'identità di quest'ultimo.

È grazie alla sua composizione, di produzione unica e originale infatti, che è possibile decodificare i caratteri alfanumerici che la compongono, fino a conoscere i dati del proprietario.

Ciò è possibile grazie al processo di immatricolazione, ovvero quel procedimento attraverso il quale una determinata targa viene prodotta e, insieme ad essa, vengono stampati degli appositi documenti necessari al fine di espletare ulteriori informazioni.

Non può esistere infatti, alcuna targa priva di documenti, pena l'invalidazione immediata, con a seguito sanzione amministrativa, relativa al mezzo in circolazione.

Anche i documenti hanno visto cambiare nel corso degli anni la loro composizione, anche se uno di loro è rimasto praticamente quasi identico a quelli dell'epoca: il libretto di circolazione.

Fino a pochi anni fa, al momento dell'immatricolazione o della reimmatricolazione, venivano rilasciati appunto il libretto e il certificato di proprietà, chiamato CDP, i quali attestavano: il primo tutti i dati specifici relativi al veicolo in questione (motore, carrozzeria, pneumatici, revisione, ecc.); il secondo invece, si occupava di specificare in maniera più dettagliata chi fosse il proprietario del mezzo, con i suoi relativi dati.

Oggi il CDP non esiste più, o meglio non esiste più in formato cartaceo, ma ne è stata resa disponibile una copia digitale, consultabile in qualunque momento attraverso l'accesso ai registri della motorizzazione.

Quando richiedere una reimmatricolazione

I casi in cui è possibile richiedere una reimmatricolazione sono diversi, ed ognuno deve seguire un determinato iter al fine di poter completare correttamente tutto il processo di reimmatricolazione.

Partiamo con il dire che, di norma, una reimmatricolazione può essere richiesta per i seguenti motivi:

  • Smarrimento
  • Nuova immatricolazione da paese estero
  • Deterioramento

Smarrimento

Lo smarrimento della targa, che si tratti solo di una delle due o di entrambe, può, seguito da una regolare denuncia presentata presso la questura o un ufficio dei carabinieri, essere uno dei motivi validi per cui richiedere la reimmatricolazione di un veicolo.

Basterà rivolgersi alla propria motorizzazione locale o recarsi presso un'agenzia di pratiche auto abilitata, portando i documenti e l'eventuale targa rimasta, per poter espletare in qualche giorno la pratica.

Nuova immatricolazione da paese estero

Anche in questo caso, è possibile richiedere una nuova immatricolazione italiana del mezzo acquistato, proveniente da un paese diverso dallo stato italiano, che però prevede una pratica più macchinosa e lunga.

Questo perché la legge in merito all'importazione di veicoli provenienti da paesi esteri era abbastanza generica e vaga, e negli anni è stato reso noto che diversi concessionari di automobili, aggirassero il muro della tassazione ai fini Iva in Italia, acquistando flotte di autovetture provenienti dall'estero.

Per colpa di questo fenomeno, oggi per fortuna molto più monitorato e vigilato, la richiesta di una reimmatricolazione in Italia di un veicolo straniero, subisce tempistiche di controllo e verifica spesso molto più lunghe, potendo arrivare perfino in alcuni casi particolari, addirittura a dei mesi.

Anche in questo caso, sarà possibile rivolgersi muniti di tutta la documentazione estera, direttamente alla motorizzazione o presso un'agenzia di pratiche auto, a patto però che quest'ultima abbia il codice di abilitazione per l'import/export, non molto comunemente diffuso nel settore.

Deterioramento

Anche per quanto concerne il deterioramento, la prassi è molto simile a quella dello smarrimento.

Rivolgendosi anche qui alla propria motorizzazione locale o recandosi presso un'agenzia di pratiche auto, portando tutti i documenti e in questo caso l'evidenza del deterioramento delle targhe applicate sul veicolo, verrà inoltrata la richiesta di sostituzione con la seguente reimmatricolazione.

Qualunque sia la motivazione per la quale richiedere una reimmatricolazione del proprio veicolo, sarà fondamentale specificarne accuratamente attraverso la compilazione di alcuni moduli, la motivazione della richiesta, ai fini di riuscire a monitorare in maniera sempre migliore evitando truffe e raggiri, il registro dei mezzi italiano.

 


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