15 maggio 2022

Multa in un parcheggio a pagamento: cosa fare

E' estremamente facile ricevere una multa per un parcheggio non pagato: ecco cosa fare quando succede.

Per gli automobilisti le insidie sono sempre dietro l’angolo, e per evitarle è necessario rispettare il Codice della Strada alla lettera e in modo meticoloso. In caso contrario, il rischio di incorrere in sanzioni è molto elevato, e può sopraggiungere in qualsiasi situazione e in qualsiasi luogo, ad esempio un parcheggio.

Se non si presta attenzione, si è troppo frettolosi o si sottovalutano le normative vigenti, è estremamente facile ricevere una multa per un parcheggio non pagato, per aver lasciato scadere il ticket o il disco orario, o ancora per non essersi accorti della presenza di strisce blu che delimitano lo stallo al posto delle classiche bianche. In base alle diverse circostanze che si possono verificare, le sanzioni sono differenti, ma in certi casi è anche possibile richiederne l’annullamento tramite un ricorso. Di seguito vedremo proprio nel dettaglio di quali frangenti stiamo parlando, vedremo dove si paga una multa per il parcheggio e anche come contestare una multa per un parcheggio a pagamento non adempiuto.

Partiamo ovviamente dal presupposto che l’azione fondamentale da compiere per evitare di dover versare un’ammenda pecuniaria è quella di pagare il ticket dopo aver parcheggiato il veicolo. Infatti, ogni volta che si decide di depositare la propria auto all’interno di uno stallo contrassegnato dalle linee blu, è necessario corrispondere una somma al comune determinata in modo preciso da una tariffa prefissata, eccezion fatta per casi particolari per i quali sono previste delle esenzioni o degli esoneri. Ad esempio, in certi casi l’amministrazione prevede il pagamento del posteggio durante la settimana, ma non nel corso della giornata di domenica, oppure l’obbligo vige solo in determinate fasce orarie. A parte questi casi, comunque, la regola prevede il versamento della somma e la successiva esposizione del ticket sul cruscotto della macchina, in modo che sia perfettamente visibile alle Forze dell’Ordine in caso venga effettuato un controllo. Se il conducente non effettua questi passaggi, rischia di andare incontro a una sanzione amministrativa.

Per quanto concerne invece la questione della possibilità di fare ricorso per ottenere l’annullamento della multa, le condizioni necessarie affinché ciò sia attuabile non comprendono soltanto errori formali (ad esempio errori nella compilazione di un verbale), ma anche sbagli che sono stati commessi nel momento stesso in cui le strisce blu sono state tracciate. Di seguito approfondiremo nel dettaglio questo discorso.

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Multa parcheggio a pagamento: i casi in cui fare ricorso

In linea generale, l’ammontare della multa ottenuta in un parcheggio a strisce blu è pari a 41 euro, che però può scendere se il pagamento avviene entro 5 giorni da quando è stata ricevuta la notifica. In questo caso, si può beneficiare di una riduzione del 30% della somma dovuta, che scende così a 27,80 euro. Il pagamento può essere effettuato in diverse modalità, ad esempio tramite contanti, carta di credito, bonifico bancario intestato al comune o PagoPa. È possibile recarsi direttamente in banca, in posta, agli uffici della Polizia Municipale, ma anche nelle ricevitorie Sisal convenzionate o presso le tabaccherie autorizzate. Si può scegliere la soluzione più comoda, esattamente come per tutti gli altri tipi di multe.

Tuttavia, come accennavamo in precedenza, esistono anche delle evenienze in cui non è detto che il conducente debba versare la somma, pertanto fare ricorso non solo è legittimo, ma può anche comportare l’annullamento della sanzione. Ora vediamo singolarmente questi casi peculiari.

Multa al parcheggio per ticket scaduto

Il primo caso che prendiamo in esame è quello in cui il conducente, dopo aver parcheggiato la sua auto in un apposito posteggio blu, paga il ticket, lo appoggia sul cruscotto della vettura e, a causa di un imprevisto, non riesce a rimuoverla rispettando l’orario riportato sul talloncino, che coincide con il termine della sosta consentita. Se ciò avviene, e la macchina si trova ancora ad occupare uno stallo che dovrebbe lasciar libero in quanto il tempo è scaduto, il guidatore rischia la multa.

Dal momento che tutto ciò avviene per via di un inconveniente, sorge spontaneo un dubbio: è possibile richiedere l’annullamento della sanzione, o almeno pagare solo la parte eccedente il tempo massimo consentito? Purtroppo, al giorno d’oggi ciò non è possibile, in quanto la Corte di Cassazione ha stabilito la legittimità della sanzione prescritta in presenza di ticket scaduto. Contrariamente, in passato il Ministero dei Trasporti non considerava violazione del Codice della Strada sostare oltre il termine riportato sul talloncino, pertanto l’automobilista aveva la possibilità di opporsi alla multa per parcheggio scaduto, rivolgendosi al Prefetto o al Giudice di Pace.

Multa in parcheggio per assenza del ticket pagato

Un caso alternativo riguarda quello in cui, dopo aver pagato il parcheggio, ci si lascia cogliere dalla fretta o ci si distrae, e ci si dimentica di esporre il ticket sul cruscotto della vettura. Dal momento che ci troviamo in assenza di una precisa normativa che disciplini e regolamenti l’esatta modalità di collocazione del biglietto, in questo caso non dovrebbe essere possibile multare l’automobilista. Egli quindi può tranquillamente e in pieno diritto presentare ricorso, se in grado di dimostrare di aver pagato correttamente la sua sosta.

D’altro canto, non è nemmeno possibile accusare l’operatore delle Forze dell’Ordine che ha emesso la sanzione di distrazione, data la mancanza del ticket. Pertanto, le spese processuali rimangono a carico di chi presenta ricorso, che deve versare un contributo unificato dal valore pari a 43 euro, che si attesta come superiore al valore della multa stessa se venisse pagata secondo le tempistiche corrette. Inoltre, non sempre il gioco vale la candela, dal momento che le colonnine adibite alla stampa del ticket rilasciano un biglietto che reca la data e l’ora, e non riportano la targa della vettura in questione. Perciò è molto difficile, per il proprietario, dimostrare l’avvenuto pagamento.

Multa per mancanza di parcheggi gratuiti nelle vicinanze

Abbiamo anche il caso in cui ci si trova costretti a depositare la macchina in un parcheggio custodito, o comunque a pagamento, dopo aver girato in lungo e in largo e aver scandagliato tutti quelli nelle immediate vicinanze senza aver trovato uno stallo gratuito. A tal proposito, vale la pena chiamare in causa il Codice della Strada, che all’articolo 7, comma 8, parla chiaro. Questo passo stabilisce, infatti, che il comune debba predisporre, accanto alle aree che decide di destinare a parcheggi a pagamento o dotati di dispositivi che controllino il periodo di sosta, anche delle aree in cui il posteggio sia libero, non custodito, e gratuito, senza tali dispositivi.

Questo punto non è cambiato nel corso degli anni, poiché anche la Corte di Cassazione definisce illegittima una sanzione attribuita a un conducente che posteggia in un parcheggio blu non potendo contare su stalli delimitati da strisce bianche nelle vicinanze, che si tratti di parcheggi con dischi orari o completamente gratuiti. Pertanto, in queste circostanze è possibile presentare ricorso, allegando una mappa e anche delle foto scattate nella zona in questione. Occorre però prestare attenzione all’effettiva possibilità di attuare questo processo: infatti la multa non è contestabile se il parcheggio si trova all’interno di una zona a traffico limitato, di un’area pedonale o di una zona di importanza urbanistica.

Non solo, ma oltre ad essere presenti dei parcheggi gratuiti o che prevedano il disco orario nelle immediate vicinanze di quelli a pagamento, questi due tipi di posteggi devono anche essere più o meno equivalenti in termini di estensione. Se l’equilibrio non è bilanciato correttamente, ma risulta una sproporzione tra le strisce blu e quelle bianche in favore delle prime, chiaramente la difficoltà di trovare un parcheggio gratuito aumenta, e in tal caso aumentano le probabilità che il ricorso venga accolto con esito positivo. Occorre comunque richiedere prima agli uffici comunali di rilasciare al guidatore la mappa ufficiale con la distribuzione dei parcheggi all’interno del comune.

Multa in assenza di bancomat

Un’altra situazione che talvolta può verificarsi è quella di rendersi conto, soltanto dopo aver parcheggiato ed essersi recati all’apposita colonnina, magari dopo aver faticato a trovare uno stallo libero, che non viene fornita la possibilità di effettuare il pagamento della sosta tramite carta di credito o prepagata. Se non si è provvisti di monetine, o si va di fretta, può capitare che si decida di lasciare la vettura in sosta senza aver pagato il posteggio. Se al ritorno si trova una multa sul parabrezza, anche in tal caso è possibile fare ricorso, ma a una condizione: è necessario dimostrare che, al momento in cui si è rivelato necessario effettuare il pagamento in contanti, il conducente non ne aveva con sé, e di conseguenza non ha potuto pagare.

Multa per parchimetro non funzionante

Un caso completamente diverso, invece, riguarda l’automobilista che si trova in presenza di una colonnina rotta. In tal caso, non è legittimo sentirsi esonerati dal pagamento della sosta, piuttosto il proprietario del veicolo ha il dovere di cercare la colonnina più vicina per effettuare lì il pagamento del ticket. In alternativa, dovrà cercare parcheggio in un’altra area. L’eccezione che ammette la possibilità di presentare ricorso è l’evenienza in cui tutte le colonnine presenti un quel punto siano fuori uso. In ogni caso, occorre presentare le foto delle macchinette guaste, oppure fornire delle testimonianze a riguardo.

È importante ricordare, inoltre, che quando si decide di fare ricorso per ottenere l’annullamento della multa, bisogna muoversi tempestivamente, così da poter agire entro i 30 giorni dalla data segnata sulla notifica del verbale, in caso si opti per il Giudice di Pace, e non oltre i 60 giorni, se ci si rivolge al Prefetto.

Multa in parcheggio a strisce blu non sempre visibili

Infine, similmente a quanto accennavamo in precedenza riguardo l’equilibrio e la proporzione corretta che devono sussistere tra stalli blu e bianchi, un ultimo caso in cui è possibile richiedere l’annullamento della multa per mancato pagamento del parcheggio riguarda un altro tipo di errore di progettazione delle strisce blu. Ad esempio, può talvolta capitare di incappare in stalli che si trovano a cavallo con una parte di carreggiata. In queste situazioni, il parcheggio non pagato è destinato ad andare incontro all’accoglienza del ricorso.

Il principio in base al quale ciò avviene riguarda il concetto alla base dell’idea di parcheggio, che per sua stessa definizione non deve impedire, ostacolare né rendere difficoltosa in alcun modo la circolazione dei mezzi, secondo quanto stabilito dal Codice della Strada, all’articolo numero 7, comma 6. Secondo quanto possiamo leggere in sua corrispondenza, il parcheggio deve consentire la sosta delle auto in una collocazione che sia al di fuori della carreggiata, senza creare problemi alla viabilità e allo scorrimento del traffico.

Inoltre, è fondamentale che le strisce blu siano sempre ben visibili, in modo chiaro e inconfondibile, in ogni situazione. Tuttavia, se si decide di contestare una multa per un parcheggio in strisce blu servendosi di questa motivazione, occorre essere cauti, dal momento che non in tutti i casi è considerata attendibile. Infatti, la stragrande maggioranza delle volte, un parcheggio a pagamento non è isolato, ma fa parte di un’area che conta diversi posteggi analoghi adiacenti o consecutivi. Pertanto, sebbene la presenza o meno di strisce blu possa essere poco chiara, è facilmente intuibile la presenza di uno stallo soggetto a ticket.

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