02 giugno 2022

Dieci modelli di auto con portiere ad ala di gabbiano

Le portiere ad ala di gabbiano rappresentano qualcosa che sa sempre essere molto affascinante e in grado di stupire anche chi non è un appassionato di auto.

Le portiere ad ala di gabbiano rappresentano qualcosa che sa sempre essere molto affascinante e in grado di stupire chiunque, anche chi non è un appassionato di auto.

Chi pensa sia una soluzione moderna in realtà si sbaglia, dato che i primi esemplari si videro nei primissimi Anni Cinquanta. L'auto che ha portato alla ribalta questo particolare e innovativo modo di aprire gli sportelli di ingresso in abitacolo, è stata la Mercedes 300 SL Ali di Gabbiano, ricavando il nome proprio dalla forma che gli stessi assumevano una volta aperti entrambi e proiettati verso l'alto.

Bisogna tenere presente che nella maggior parte dei casi, questo genere di portiere viene installato su automobili sportive o a tiratura limitata e solamente in rarissime occasioni si sono viste su utilitarie, se non in seguito a esercizi di stile o prototipi.

Il costo di produzione delle portiere ad ali di gabbiano è nettamente superiore rispetto alla più semplice e tradizionale soluzione ad apertura laterale: complicati sono i meccanismi di leveraggio per far funzionare lo sportello, complesso è il progetto da realizzare dato che si deve stravolgere interamente il concetto, poco pratiche risultano apertura e chiusura.

Ma allora perchè si usano le portiere ad ala di gabbiano? Vengono impiegate non solo per effetto scenico ed estetico, ma anche per favorire l'aerodinamica e per dare maggiore rigidità al telaio. Infatti, uno dei pochissimi vantaggi di tale soluzione riguarda la dimensione dei longheroni: per avere un'apertura verso l'alto tecnicamente la battuta della portiera deve appoggiare su una superficie più ampia che deve anche sostenerne il peso. Ecco perché si predilige un telaio rinforzato proprio in quella parte, andando a irrigidire l'intera struttura. Ciò conferisce alla vettura una maggiore reattività in strada e precisione nella guida, aspetti tipici delle automobili sportive.

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I modelli di auto più belli e famosi con portiere ad ala di gabbiano

Non sono solamente le auto di progettazione recente che presentano le portiere che si aprono completamente verso l'alto, ma è possibile andare indietro nel tempo e trovare esemplari interessanti.

Una precisazione è doverosa: i più attuali sportelli che su alcune vetture sportive si inclinano verso l'alto in apertura, non sono definibili ad ali di gabbiano in quanto, in realtà, creano all'apertura un angolo di 30° o superiore, ma in senso longitudinale all'auto. Quelle ad ala di gabbiano, invece, sono incernierate sul tetto e quando vengono aperte si apre anche una parte del cielo della vettura. Diversamente, le portiere ad apertura verso l'alto (come ad esempio quelle della McLaren SRL), prevedono un meccanismo differente e sono incernierate nella stessa posizione di quelle più tradizionali ad apertura laterale, sebbene con un meccanismo un po' diverso.

Vediamo ora 10 modelli di auto con portiere ad ali di gabbiano tra i più iconici e affascinanti.

Mercedes 300 SL Ali di Gabbiano

Fu la prima vettura in assoluto prodotta in serie a optare per questa tipologia di apertura delle portiere. La motivazione fu principalmente di tipo pratico: l'auto era stata pensata molto allungata e bassa, con telaio tubolare ed era proprio tale forma che poteva creare difficoltà di accesso all'abitacolo ai passeggeri. Così, i tecnici hanno pensato di ribaltare il concetto e aprire la portiera dal basso verso l'alto, spalancando anche una parte di tetto. In questo modo l'accesso divenne molto più semplice anche per chi aveva una statura superiore alla media.

L'auto era una sportiva di grande fascino che è ancora oggi conosciuta anche con il nome di Gullwing.
Questa automobile vide la luce nel 1954, ma è figlia della versione da competizione che gareggiò in diversi gran premi e eventi sportivi con l'intento di raggiungere il successo. Il design aerodinamico, infatti, derivò proprio da quel modello e, al tempo stesso, venne poi riportato anche sulla versione stradale.Tra le Mercedes con portiere ad ali di gabbiano, questa è stata la prima a tracciare il nuovo corso.

DeLorean

Probabilmente la DeLorean è l'auto per eccellenza che è rimasta più a lungo nella mente della gente grazie al film Ritorno al Futuro. La casa costruttrice mise in produzione solamente questo modello di auto ma non trovò grande successo tra il pubblico. L'immagine la presentò come una vettura sportiva grazie ad una linea tipica degli Anni Ottanta che appariva molto affusolata e del tutto simile, in diverse soluzioni stilistiche, alla Alfasud Sprint di Alfa Romeo (specialmente nel tratto posteriore) e alla Alfa Romeo Iguana del 1969. La matita fu quella di Giugiaro e i tratti si percepiscono perfettamente.

In realtà, di sportivo aveva solamente il design perché i 130 cv di potenza che caratterizzarono il motore V6 rilasciò soddisfazioni inferiori alle attese.

All'inizio l'auto avrebbe dovuto montare un motore rotativo, ma solo all'ultimo si scelse un propulsore tradizionale a iniezione. Un cambio di rotta ci fu pure sulla telaistica, la quale venne brevettata grazie alla speciale innovazione concettuale che avrebbe portato alla vettura, ma quando tutto era praticamente pronto per iniziare a produrre, si decise di cambiare il telaio e tornare ad una scelta tradizionale dato che quello brevettato inizialmente si rivelò poco adeguato per una produzione in serie.

Pagani Huayra

Una macchina estrema e bellissima che identifica il Made in Italy curato al minimo dettaglio: la Pagani Huayra, erede della più conosciuta Zonda.

Il motore era marchiato Mercedes AMG e provvisto di ben 700 cv. Ma l'essenza dal gioiello a quattro ruote non era solo nel suo propulsore, ma nell'intero progetto. La Zonda stava facendo successo ma i concorrenti stavano proponendo modelli con l'obiettivo di oscurare il modello Pagani e farlo passare velocemente. L'azienda si premunì e dedicò ben 8 anni allo studio e sviluppo della Huayra, la quale si caratterizzava per tecnologia e innovazione, a partire dal telaio in carbonio e titanio.

Tutto era posto in essere con attenzione massima. L'impianto stereo di serie era il punto debole della macchina poiché il rombo del motore non permetteva di ascoltare l'audio: Pagani chiese soccorso ad un'azienda specializzata (la Sonus) chiedendole di realizzare un vero e proprio hi-fi in grado addirittura di mettere il motore in secondo piano. Detto, fatto: 1200 Watt di potenza per un suono cristallino con le casse in carbonio.

Furono diverse le varianti di questa vettura, la quale conferma l'apertura delle porte ad ala di gabbiano.

Gumpert Apollo

Probabilmente non avrai ancora sentito nominare questa vettura prima d'ora, eppure è un'auto che è rimasta in produzione fino al 2012.

L'obiettivo dei progettisti della casa Gumpert era quello di realizzare una macchina da corsa omologata per la normale circolazione stradale e così, nell'anno 2005, misero in commercio la Apollo, seguita nella progettazione da alcuni tecnici Audi presso Ingolstadt. Delle tre varianti disponibili quella più potente aveva un motore di 650 cv, mente tutte disponevano delle portiere ad ali di gabbiano. L'effetto in apertura, a dire il vero, non era bellissimo: si spalancavano molto alte come a simulare un gesto innaturale, ma sicuramente agevolavano non poco l'ingresso in abitacolo. Nonostante 4,46 metri di lunghezza, l'abitacolo era molto ristretto e dunque tale schema di apertura delle porte fu scelta obbligata.

Vi fu anche una versione speciale chiamata Apollo Intensa Emozione e anch'essa aveva le ali di gabbiano.

De Tomaso Mangusta

La De Tomaso Mangusta è una vettura che merita citazione perché prevedeva delle ali di gabbiano molto particolari. In realtà, una volta aperte le portiere, si scopriva totalmente la parte posteriore dell'auto a partire da metà tetto.

Tale soluzione risultava molto particolare in quanto le due portiere per accedere al posto guida e a quello passeggero, erano comunque tradizionali, ossia con cerniera di apertura laterale, mentre ad aprirsi era tutta la carrozzeria posteriore e i vetri. Anche il lunotto è interessato dalle ali di gabbiano come pure il cofano che nasconde il motore collocato sul retro. Un telaio particolarmente complesso che permette di ottenere un aspetto scenico di sicuro impatto, anche se all'atto pratico poco utile, se non per intervenire sul propulsore.

Tesla Model X

Probabilmente nemmeno le portiere ad ali di gabbiano riusciranno a sovvertire l'impressione non totalmente positiva che la Tesla Model X ha destato sotto l'aspetto stilistico e del design. Già l'auto è un modello coraggioso di per sè, essendo un crossover elettrico che tende al monovolume e al suv allo stesso tempo, ma lo è ancor di più se si guarda all'apertura degli sportelli posteriori. Siccome lo spazio appare abbastanza angusto, l'ufficio progettazione ha pensato bene di dotare il veicolo di portiere posteriori ad ala di gabbiano, anche se, osservando bene la linea del profilo, pare più un piccolo tettuccio.

Sicuramente la soluzione è intelligente per creare maggiore agio a chi volesse accomodarsi nei sedili posteriori e trasmette, insieme all'auto, un netto senso futuristico.

Il prezzo è fuori dalla portata di molti in quanto supera la base di 115 mila euro, ma è sufficiente aggiungere 2-3 optional per vederlo schizzare a 130 mila euro e oltre.

La configurazione può essere fino a 7 posti a seconda dei casi ed è proprio in questa occasione che l'apertura porte ad ala di gabbiano esplicita i suoi vantaggi al meglio, a favore della praticità. Le prestazioni sono da urlo: se 670 cv non ti fossero sufficienti, puoi scegliere la versione Plaid che può raggiungere anche i 1020 cv arrivando fino a 250 Kmh.

Lo scatto è bruciante, con uno 0-100 Kmh in 2,6 secondi oppure in 3,6 secondi, in base alla motorizzazione. In tutto ciò, le porte ad ala di gabbiano appaiono come un semplice dettaglio capace però di donare al crossover (che è comunque di 5 metri di lunghezza) un tocco di personalità in più trasmettendo la indole sportiva ad una tipologia di veicolo solitamente lontana da questa caratteristica.

Autozam AZ-1

Adesso preparati a stupirti. Hai mai sentito parlare della Autozam AZ-1, nata da una collaborazione tra Mazda e Suzuki?

Autozam era un'azienda appartenente a Mazda e ha pensato bene di sviluppare e commercializzare in Giappone la AZ-1, ovvero un modello di vettura di dimensioni ridotte, dall'estetica sportiva e dalle buone prestazioni, dovute al propulsore tricilindrico Suzuki da 660 cc con turbocompressore che spingeva la lancetta fino a 185 Kmh. Dove sta la curiosità e la peculiarità del modello? L'apertura ad ala di gabbiano delle portiere facilitava l'ingresso e dava quel tocco sportivo in più, ma quello che era molto particolare era la livrea, in grado di essere personalizzata. Ci sono esemplari che ricalcano le fiancate della Ferrari Testarossa oppure della Ferrari F40. La vettura era in vendita a inizio Anni Novanta ma non durò moltissimo e, infatti, nel 1993 la produzione venne interrotta definitivamente. La risposta del mercato è stata pessima a causa di un prezzo eccessivo che ne ha limitato moltissimo le vendite.

Era molto divertente da guidare e le ali di gabbiano davano l'impressione di avere tra le mani una macchina di categoria superiore: bastava pensarlo per esaltarsi ad ogni tornante.

Il particolare metodo di assemblaggio favoriva i cambi di carrozzeria, la quale era composta da pannelli fissati con delle viti, mentre la lista optional era abbastanza lunga e in grado di esaltare ancor più le velleità sportive del piccolo mezzo.

Bricklin SV1

Un'auto canadese che non ha trovato molti apprezzamenti sul mercato. Infatti, la produzione avvenne a cavallo di metà Anni Settanta e lì terminò. Giusto il tempo di vendere oltre 2850 modelli di Bricklin SV1.

A catturare immediatamente l'occhio era la "prolunga" del muso che ancora di più lo allungava e lo faceva spiovere ulteriormente verso il basso, seguendo una linea stilistica che era quella classica utilizzata in quegli anni per le vetture sportive (la DeLorean ne è un esempio anche se è di qualche anno dopo).

La carrozzeria era prodotta in vetroresina (molto fragile) per contenere il peso e facilitare eventuali ricambi, un motore da 5.9 cc inizialmente da 220 cv con cambio manuale, che venne poi sostituito entro breve da un propulsore Ford 5.8 di cilindrata depotenziato a 175 cv, al quale venne accoppiato un cambio automatico a soli tre rapporti.

La particolare apertura ad ala di gabbiano permetteva di contenere gli ingombri esterni e non impegnare la superficie stradale nelle operazioni di carico e scarico, ma questo fu davvero l'unico pregio. L'auto era sofferente in diverse parti, a partire proprio dalle portiere le quali, oltre ad essere eccessivamente pesanti e complicate da maneggiare per la presenza del meccanismo idraulico che costringe ad uno sforzo eccessivo, non avevano un sistema di impermeabilizzazione e in caso di forte pioggia l'acqua tendeva a filtrare dal taglio del tetto dove gli sportelli erano incernierati. Anche l'impianto elettrico non era certo tra gli aspetti migliori del veicolo.

Melkus RS 1000

Una vettura dalle classiche linee sportive costruita in 101 esemplari tra il 1969 e il 1979: la Melkus RS 1000 presentava una linea sinuosa, fluida, frontale affusolato e tagliente, profilo laterale simile ad alcune storiche Porsche.

La particolarità è che la vettura era scaturita da zero da un ambizioso progetto di Melkus, un pilota della Germania dell'Est che ha messo la sua esperienza al servizio della tecnica, ma per la costruzione ha dovuto ricorrere a diverse parti di altre automobili e, tra le altre cose, ha utilizzato anche le portiere ad ala di gabbiano adattandole al modello in questione.

Pure il telaio è stato adattato per renderlo idoneo ad accogliere il motore nella parte posteriore dell'auto, che, versione stradale, partiva da 70 cv, ma per le corse di categoria veniva sostituito con un propulsore da 120 cv, che spingeva l'auto fino a 165 Kmh.

NanoFlowcell Quant F

Descrivere la Quant F della NanoFlowcell in una sola parola dal punto di vista estetico? Magnifica sarebbe riduttivo. Le linee di design meriterebbero diverse considerazioni perchè sono un concentrato di intrecci, curve fluide, aerodinamica, che difficilmente si ritrovano così omogenee in altre vetture.

Il veicolo è elettrico e le ali di gabbiano, in questo caso, aggiungono estetica ed esclusività.

Lo scatto da fermo fino a 100 Kmh avviene in 3 secondi, anche se la casa cita questo tempo per arrivare fino a 99 kmh. Il motore spinge fino a 299 Kmh di velocità massima grazie a 1090 cv di potenza (circa 801 kW).

Fondamentale per la tenuta di strada risulta la funzione dell'alettone posteriore che si alza in base alla velocità, raggiungendo un primo step a 80 Kmh, per poi aumentare la portanza quando la lancetta va oltre.

Una piccola curiosità: una volta presentati i prototipi nell'anno 2015, ci è voluto un po' di tempo per ottenere l'omologazione per la messa in strada, specialmente per quanto riguardava il lunotto, il sistema degli airbag e altri dettagli. L'azienda svizzera NanoFlowcell ha fatto di tutto per poter perfezionare ciò che era da modificare e ottenere in consenso per ultimare il progetto.

La vettura offre grandi contenuti tecnologici sia per quanto riguarda il pacco batterie, sia per le soluzioni tecniche adottate al fine di poter garantire prestazioni e sicurezza ad un veicolo lungo oltre 5 metri e dalle prestazioni eccelse.

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