12 febbraio 2022

Auto Euro 6: cosa significano le fasce A, B, C, D?

Le fasce Euro 6 sono di difficile comprensione. Con la nostra guida cerchiamo di chiarire cosa siano le fasce e come individuare quella della nostra auto.

La sempre maggiore rilevanza della questione ambientale nell'opinione pubblica e la connessa necessità di contenere le emissioni di CO2, hanno comportato l'introduzione di una marea di norme sempre più stringenti.

Se l'obiettivo dell'Unione Europea è chiarissimo - ovvero quello di ridurre l'inquinamento - dall'altra è molto complesso per noi semplici guidatori addentrarci nella babele di sigle connesse alle auto Euro 6: che cosa sono le fasce A, B, C, D? Cosa comportano in caso di blocco del traffico nelle grandi città? Proviamo a spiegarlo, entrando nel dettaglio di questa normativa.

Euro 6: cosa prevede la legge?

Euro VI è l'evoluzione più recente dell'insieme di standard europei che legiferano sulle emissioni inquinanti. La norma si applica ai veicoli stradali nuovi, venduti nell'Unione Europea ed è in vigore dal 1 settembre 2014 per i produttori di auto, mentre dall'anno successivo per le vetture di nuova immatricolazione.

Perché è importante conoscere la propria fascia

Come dicevamo, le varie fasce impongono sempre nuove limitazioni per cercare di diminuire al massimo le emissioni e salvaguardare l'ambiente. La cosa in sé può anche rimanere ignota al grande pubblico, ma il sempre più assiduo ricorso ai blocchi del traffico, ci impongono di conoscere la certificazione della nostra auto per evitare fastidiose conseguenze come multe salate.

Un po' di storia dell'Euro 6

Le prime auto conformi agli standard Euro 6 sono entrante in commercio addirittura nel 2011. Si tratta di alcuni modelli di BMW, Audi e Mercedes-Benz che non erano propriamente alla portata di tutte le tasche.

Dall'anno successivo invece fuorono diverse le case automobilistiche pronte a gettare uno sguardo al futuro su segmenti decisamente più popolari. Parliamo della Fiat (sulle motorizzazioni benzina della 500L) e di Hyundai, Mazda, Opel e Citroen.

Euro 6: fasce A, B, C, D per le auto. Cosa significano?

Indubbiamente oggi andare a comprare un'auto significa addentrarsi anche nella questione delle fasce Euro 6, ma non è così facile perché un conto è il marketing pubblicitario, un altro cosa viene effettivamente riportato sul librettto di circolazione delle nostre auto.

È utile infatti consultare questo elenco per conoscere le esatte sigle omologazione, valori che possono cambiare anche per modelli con identica motorizzazione ma allestimenti diversi.

Le sigle omologazioni Euro 6

Per conoscere la propria sigla di omologazione si dovrà consultare il libretto di circolazione della propria auto e ricercare nel secondo quadrante, il campo contrassegnato come V.9.

Sapere cosa c'è sotto il nostro cofano ci servirà per conoscere le nostre possibilità visto che ogni mese escono regolamenti sempre più restrittivi che limitano il transito dei mezzi in particolari periodi o in zone circoscritte, come ad esempio l'area B o C di Milano.

  • 715/2007*566/2011(EURO 6A CON ANTIPARTICOLATO)
  • 715/2007*566/2011 (EURO 6A)
  • 715/2007*566/2011 (EURO 6B CON ANTIPARTICOLATO)
  • 715/2007*566/2011 (EURO 6B)
  • 715/2007*692/2008 (EURO 6A CON ANTIPARTICOLATO)
  • 715/2007*692/2008 (EURO 6A)
  • 715/2007*692/2008 (EURO 6B CON ANTIPARTICOLATO)
  • 715/2007*692/2008 (EURO 6B)
  • 136/2014 (EURO 6A)
  • 136/2014 (EURO 6B)
  • 136/2014 (EURO 6C)
  • 143/2013 (EURO 6A)
  • 143/2013 (EURO 6B)
  • 143/2013 (EURO 6C)
  • 195/2013 (EURO 6A)
  • 195/2013 (EURO 6B)
  • 195/2013 (EURO 6C)
  • 630/2012 (EURO 6A)
  • 630/2012 (EURO 6B)
  • 630/2012 (EURO 6C)
  • 595/2009*133/2014A (EURO 6)
  • 595/2009*133/2014B (EURO 6)
  • 595/2009*133/2014C
  • 2016/646ZA (EURO 6)
  • 459/2012 (EURO 6A)
  • 459/2012 (EURO 6B)
  • 459/2012 (EURO 6C)
  • 2015/45 (EURO 6B)
  • 2016/427/UE (EURO 6B, EURO 6C, EURO 6D-TEMP, EURO 6D)
  • 2016/646/UE (EURO 6B, EURO 6C, EURO 6D-TEMP, EURO 6D)
  • 2016/646 W (EURO 6B)

Le fasce A, B, C, D

All'interno degli standard Euro 6 vi sono quattro fasce diverse (A, B, C e D) che contraddistinguono ciascuno dei diversi livelli di emissione e stabiliscono i valori massimi e le modalità con cui vengono misurate.

Le soglie che sono state stabilite dall'Unione Europea prendono in considerazione diverse categorie di inquinanti come idrocarburi incombusti, ossidi di azoto (NOx), monossido di carbonio (CO) e particelle sottili (PM).

Euro 6A

Questa fascia è in vigore per i veicoli immatricolati a partire dal gennaio 2016. Le emissioni di CO sono fissate alle soglie di 0,5 g/km per i motori diesel e 1 g/km per i motori a benzina; quelle di NOx 0,080 g/km per i primi e 0,060 nel secondo caso; le soglie per il particolato (PM) è di 0,005 g/km per entrambe le motorizzazioni.

Euro 6B

Questa fascia non si discosta molto dalla 6A se non per quanto riguarda le emissioni di particelle sottili, ridotte a 0,0045 g/km sia per auto a diesel che benzina.

Euro 6C

Questa terza fascia è entrata in vigore da settembre 2017 per le omologazioni di nuove vetture, dodici mesi più tardi per quanto riguarda le immatricolazioni di nuovi veicoli.L'ulteriore restringimento delle soglie ha comportato una riduzione del PM da 6x1012/km a 6x1011/km.

L'altro cambiamento fondamentale riguarda il metodo con cui vengono misurate le emissioni: si passa da quello definito come "prevalenze dei dati ottenuti in laboratorio" al protocollo WLTP (Worldwide harmonized Light vehicles Test Procedure), basato su simulazioni di situazioni di guida realistiche, come la percorrenza su strade urbane, extraurbane e autostrade

Euro 6D

Questo ulteriore scalino va a regolamentare le auto immatricolate a partire dal gennaio 2021 anche se già dal settembre 2018 le vetture che venivano presentate per l'omologazione dovevano essere prodotte secondo lo standard Euro 6D-TEMP che prevede un ulteriore cambio nel sistema di misurazione: per i livelli di ossidi di azoto, vengono utilizzati test RDE (Real Driving Emission) che si basano su veri e propri test su strada e non più quelli di laboratorio WLTP. In questo viene concesso un periodo di tolleranza alle case automobilistiche per giungere all'uniformazione dei livelli, estremamente stringenti, fissati dalla classe Euro 6d full.

Un aspetto da sottolineare è che le date indicate dalla normativa sono sempre anticipate dalle case automobilistiche che cercano di fare sempre un passo avanti in questo campo specifico per concedere agli automobilisti che scelgono i loro modelli una certa dose di tranquillità. Questo perché sindaci e amministrazioni tendono a fissare con largo anticipo i propri standard di accesso ad alcune aree della città.

Facciamo un esempio concreto: nel centro di Milano ci sono divieti fissi per l'accesso alla zona C o alla B. Entro ottobre 2025 sarà infatti vietato l'ingresso nel centro storico anche ai veicoli diesel Euro6A, Euro6B ed Euro6C. Il divieto sarà poi esteso anche per le auto Euro 6D-Temp ed Euro6D da ottobre 2030, in attesa di nuovi sviluppi della normativa e tentando di favorire vetture a motorizzazione elettrica.

Euro 6: la situazione in Italia e gli sviluppi

Attualmente il parco auto che circola in Italia è stato immatricolato per il 70% prima del 2010 pertanto nella penisola non siamo minimanente vicini alla soglia stabilita dall'Unione Europea, né da quanto pubblicizzato dalle case automobilistiche.

L'Euro 6 ha difatto alzato i costi di acquisto e manutenzione dei mezzi in particolare per l'introduzione del catalizzatore selettivo Scr a iniezione di urea che da solo pesa in modo rilevante alla voce prezzo finale.

Euro 7: l'allarme delle case automobilistiche

Come abbiamo visto, il settore è in costante sviluppo e aggiornamento e già fa capolino il disegno di legge per l'introduzione della classe Euro 7. È di questi giorni l'allarme lanciato dall'Acea, l'Associazione europea dei costruttori auto, che sottolinea come il 2025 si stia avvicinando velocemente e non sono ancora arrivati chiarimenti da parte di Bruxelles per quanto riguarda la tolleranza dei tempi e le varie tipologie di veicoli interessati. Arrivare al taglio del 100% delle emissioni entro il 2035 pare sia un obiettivo irrealistico: c'è ancora tanta strada da fare per la tecnologia perché queste auto siano alla portata di tutti.

Il rischio è che si creino i "poveri della mobilità" ovvero la stragrande maggioranza dei cittadini che non potrà permettersi di acquistare costosissimi modelli a impatto zero con conseguenze ancora difficili da comprendere sulla vita di tutti i giorni. La proposta dei produttori di auto è di rendere meno stringenti le limitazioni che verranno introdotte dal 2025 (un anno dopo per le nuove immatricolazioni) così da poter tenere insieme la riduzione delle emissioni con il controllo dei costi di vendita.


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