01 febbraio 2022

Immatricolazione di un'auto estera: tutto ciò che occorre sapere su tempi, costi e sanzioni

Scopri con noi come immatricolare un'auto esotica in Italia, se è possibile e, soprattutto, se conviene!

Le norme vigenti tra gli stati appartenenti all'Unione Europea dichiarano esplicitamente che è consentita la libera circolazione dei beni materiali oltre i confini delle singole nazioni, ma purtroppo la stessa regola non vale per le automobili.

Queste, infatti, non sono considerate una merce al pari delle altre, e quando si acquista un veicolo all'estero, al momento di portarlo in territorio italiano è necessario espletare una procedura ben precisa per provvedere alla sua immatricolazione. Ecco così che la burocrazia può dar vita ad un processo lungo e complicato, ma che non si può in alcun modo evitare. L'immatricolazione di una vettura estera rappresenta di fatto un obbligo, sancito dal Codice della Strada.

L'articolo 132, infatti, proibisce la circolazione di queste automobili per le strade della nostra penisola per un periodo superiore a 12 mesi. Raggiunto questo limite, è indispensabile procedere all'immatricolazione: il veicolo deve, in un certo senso, ottenere la cittadinanza italiana per poter continuare a viaggiare. Proprio perché questo particolare ambito può essere particolarmente articolato, nel presente articolo ci occuperemo di spiegarne gli aspetti principali. Indicheremo a quale ente bisogna rivolgersi, illustreremo come si svolge questo procedimento e parleremo anche degli aspetti più pratici: quanto costa, quali sono le tempistiche, e le sanzioni nelle quali si rischia di incorrere se si viene meno a questo obbligo.

Come la legge norma la circolazione di auto estere in Italia

Come dicevamo in precedenza, una volta scaduti i primi 12 mesi dall'ingresso in Italia di una vettura acquistata in un altro Paese, questa deve essere obbligatoriamente immatricolata per poter continuare a circolare sul suolo nazionale. Questa norma è stata studiata in modo da evitare che vengano attuati sotterfugi finalizzati a non pagare il bollo auto o le eventuali multe.

Ogni auto che percorre le nostre strade deve essere registrata e identificabile, e per assolvere l'obbligo è concesso un tempo di tolleranza di 60 giorni, se il possessore è residente in Italia. L'articolo che stabilisce queste condizioni è il 132 del Codice della Strada, nel quale si esplicita che, al fine della circolazione, ogni guidatore di auto con targa estera, esattamente come tutti gli altri, deve essere in possesso della documentazione completa che attesti la regolarità del veicolo.

In caso contrario, la sanzione prevista comporta il ritiro del libretto di circolazione, oltre ad una sanzione amministrativa che può variare da una cifra di 711 euro fino a 2.848. Inoltre, la norma decreta anche il sequestro del mezzo irregolare, che verrà tenuto in custodia dal proprietario ma dovrà essere tenuto lontano dalla possibilità di furto o danneggiamento e, naturalmente, non potrà circolare. Si tratta, quindi, di una sottrazione di tipo giuridico. Questa condizione perdurerà fino al momento in cui il processo di immatricolazione non verrà portato a termine. In caso contrario, se ciò non avvenisse, dovrà essere definitivamente espatriato. Il tempo che il proprietario del mezzo ha a disposizione per procedere al completamento dell'immatricolazione o, in alternativa, alla sua esportazione, è di 180 giorni.

Trascorso questo limite, il veicolo passa in confisca amministrativa, ovvero verrà sottratto in modo permanente e, se non verrà demolito, verrà definitivamente acquisito dallo Stato. Il divieto di circolazione con un mezzo di trasporto irregolare riguarda l'utilizzo dello stesso in qualsiasi situazione: che si tratti di un veicolo in marcia, in fermata o in sosta non fa alcuna differenza. Inoltre, la sanzione viene applicata a chiunque detenga, a qualsiasi titolo, o guidi tale veicolo. Un discorso a parte, invece, riguarda i conducenti di auto a noleggio, in leasing o comodato d'uso. In questi casi, si è esenti tanto dal divieto quanto dalla sanzione conseguente la sua violazione.

L'immatricolazione: a chi rivolgersi e come procedere

Esistono due possibilità per procedere all'immatricolazione di una macchina con targa estera: ci si può rivolgere alla Motorizzazione Civile o allo STA (acronimo di Sportello Telematico dell'Automobilista). Nel primo caso, l'ente penserà poi ad iscrivere la vettura al Pubblico Registro Automobilistico (PRA); nel secondo, tutto il procedimento avviene in modo informatizzato. Che si scelga l'una o l'altra soluzione, non fa differenza, in quanto entrambe sono egualmente consentite e approvate dallo Stato e attuabili sia per auto nuove che usate. L'unico vincolo riguarda il Paese di provenienza: se si tratta di uno stato situato al di fuori dell'Unione Europea, l'immatricolazione deve avvenire obbligatoriamente presso la Motorizzazione Civile.

Rivolgersi alla Motorizzazione Civile

Analizziamo ora il primo caso: quello in cui si scelga di espletare l'immatricolazione alla Motorizzazione Civile. I passaggi da completare sono ben definiti in termini di tempistiche, e richiedono la disponibilità di una serie di documenti. Prima di tutto si procederà ad una verifica preliminare, nel corso della quale verrà posta sotto esame l'idoneità del veicolo. Verranno analizzati anche tutti i documenti che ne descrivono le caratteristiche tecniche e gli adempimenti che riguardano l'IVA.

Se questa valutazione avrà un esito positivo, verrà rilasciata la carta di circolazione da parte della Motorizzazione Civile. Infine, la vettura dovrà essere iscritta al PRA. Il temine per portare a termine questo step è di 60 giorni. Per registrare l'auto, dovranno essere forniti diversi documenti, tutti redatti in lingua italiana e la cui conformità sia stata certificata da un traduttore consolare:
  • innanzitutto, occorre il Certificato di Conformità Europeo. Questo dovrà essere affiancato dall'omologazione italiana o, in alternativa, dalla dichiarazione che attesta l'avvenuta immatricolazione rilasciata dalla casa produttrice;
  • in caso la persona alla quale l'auto è intestata coincida anche con il suo proprietario nel Paese di provenienza, servirà la dichiarazione di proprietà, corredata dalla firma autenticata;
  • in caso contrario, ovvero se l'intestatario del veicolo in Italia e l'ex-proprietario nel Paese di provenienza sono due persone distinte, occorre l'atto di vendita, contrassegnato dalla firma autenticata da un notaio;
  • per quanto riguarda l'acquirente, egli dovrà invece fornire la fotocopia della sua carta d'identità e il certificato di residenza. Se si tratta di una persona giuridica (quindi un'associazione o un'azienda), il proprietario dovrà provvedere anche al Certificato della Camera di Commercio, oppure una dichiarazione sostitutiva di questo, che verrà prodotta dal legale rappresentante della società.

Rivolgersi allo STA

Come già anticipato in precedenza, questa opzione è disponibile soltanto nel caso in cui la vettura sia stata importata da un Paese che fa parte del mercato europeo comune (ovvero tutti gli stati appartenenti all'Unione Europea, più Norvegia, Islanda e Liechtenstein). Solo se sussiste questa condizione è possibile inoltrare la richiesta di immatricolazione direttamente allo Sportello Telematico. Anche in questo caso, è necessario fornire un elenco nutrito di documenti:
  • la fotocopia del documento di identità dell'intestatario e, se questo non riporta la residenza, bisognerà allegare anche la dichiarazione sostitutiva che la certifichi;
  • se il veicolo in questione è stato acquistato usato, la sua carta di circolazione relativa al Paese d'origine;
  • la versione compilata del Modello NP2C, in caso sia l'acquirente a muovere l'istanza per procedere all'immatricolazione, oppure del Modello NP2D se viene prodotto anche l'atto di vendita, sottoscritto dal venditore (la cui firma ovviamente dovrà essere autenticata);
  • la domanda su Modulo TT2119, anche questo compilato e firmato dall'acquirente del mezzo;
  • la dichiarazione (o certificato) di conformità europea, accompagnato dall'omologazione italiana;
  • infine, se il proprietario è una persona giuridica, occorre la dichiarazione sostitutiva emessa dal legale rappresentante dell'azienda di riferimento.

L'immatricolazione di auto con targa estera: quali sono i costi?

Tocchiamo ora l'ultimo punto che è utile conoscere se ci si trova a dover assolvere l'obbligo di immatricolazione di una macchina acquistata all'estero: abbiamo visto che l'iter burocratico è articolato e prevede di disporre di parecchi documenti, ma questo comporta anche un costo.

Questo tuttavia non è costituito da una quota fissa, ma a determinare la somma finale concorrono diversi elementi. Alcuni di essi rimangono costanti, mentre altri variano.

Ad esempio, all'ACI andranno versati 27 euro come emolumenti, mentre l'imposta di bollo da pagare alla PRA ammonta a 32 euro. L'imposta di bollo sul Documento Di Trasporto (DDT) è anch'essa pari a 32 euro, mentre i diritti 9 euro. I costi variabili, invece, coincidono con quello del rilascio della targa, soggetto a fluttuazioni in base al veicolo e al tipo di targa, e l'Imposta Provinciale di Trascrizione, che corrisponde a 150,18 euro ai quali va sommato un importo di maggiorazione percentuale che varia a seconda della provincia di residenza dell'intestatario. In generale, questa cifra è calcolata in modo direttamente proporzionale alle dimensioni del veicolo e alla sua potenza.

Abbiamo quindi visto che l'immatricolazione dell'auto è un costo che, nel caso di immatricolazione di auto estera, viene sostenuto dal compratore. Se invece vuoi evitare balzelli o complicazioni, la cosa migliore da fare è valutare le auto usate o le auto km 0, che sono state già immatricolate e che quindi hanno già visto soddisfatte le tasse relative all'immatricolazione.

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