10 febbraio 2022

Auto d'epoca e auto storiche: tutto quello che c'è da sapere

Tutte le curiosità e le differenze tra le auto d'epoca e le auto storiche. Come le classifica la legge e tutti i vantaggi dei veicoli ultratrentennali.

Le auto di un tempo hanno un fascino particolare che attrae anche i meno appassionati di motori. Le linee di un design antico e il carisma di un propulsore remoto sono capaci di far viaggiare anche con la mente verso epoche lontane. Insomma un viaggio nel tempo oltre che nello spazio.

Auto storiche o auto d'poca? Quando un'auto diventa d'epoca e quando è considerata storica?

In questo articolo vedremo le differenze e tutto ciò che gira intorno al mondo delle auto d'altri tempi.

La classificazione del Codice della Strada

Il Codice della Strada dedica un intero articolo alle auto d'epoca e alle auto storiche. L'articolo in questione è il numero 60 titolato "Motoveicoli e autoveicoli d'epoca e di interesse storico e collezionistico" e stabilisce una sostanziale differenza.

Al primo comma stabilisce semplicemente che le auto d'epoca e le auto storiche e di interesse collezionistico rientrano in una categoria di mezzi atipici.

Al secondo comma invece dà una definizione precisa di cosa si intende per auto d'epoca.

Nel dettaglio stabilisce che sono classificate auto d'epoca quelle vetture che siano state cancellate dal PRA (Pubblico Registro Automobilistico) al preciso scopo di essere destinate alla conservazione nei musei o nei locali pubblici e privati per preservarne le caratteristiche tecniche della casa costruttrice ma che non rispettano più i requisiti che la normativa vigente prescrive per la libera circolazione su strada dei veicoli.

Questi mezzi devono essere iscritti presso il Centro Storico del Dipartimento per i Trasporti Terrestri in un particolare elenco dedicato.

Il quarto comma, del citato articolo del Codice della Strada, definisce la categoria delle auto di interesse storico e collezionistico, indicando che appartengono a questa classe di mezzi tutte le automobili iscritte in uno dei seguenti registri di auto storiche: ASI, Storico Lancia, Italiano FIAT, Italiano Alfa Romeo, Storico FMI.

Al comma successivo appare chiara la differenza che intercorre tra auto storiche e auto d'epoca. In pratica le vetture di interesse storico e collezionistico possono circolare liberamente su strada a condizione che abbiano gli attributi previsti dal regolamento.

Le auto d'epoca

Seguendo la linea del Codice della Strada, approfondiamo l'argomento relativo alle auto classificate d'epoca.

Come si evince dalla definizione nel paragrafo precedente, questi veicoli sono eccezionali. Infatti non risultano più iscritti al PRA e dunque non possono circolare liberamente su strada. Questa peculiare condizione consente di conservare nel tempo quei veicoli del passato che abbiano mantenuto le caratteristiche fisiche e tecniche che avevano quando sono uscite dalla fabbrica. Si tratta di oggetti con una funzione prevalentemente espositiva.

Eccezioni al divieto di circolazione delle auto d'epoca

Il comma 3 dell'art. 60 del CdS prevede delle eccezioni riguardo la circolazione di queste vetture. Precisamente stabilisce che è consentito transitare su pubblica strada in occasione di manifestazioni o raduni autorizzati. La circolazione è permessa solo ed esclusivamente ai fini della manifestazione e secondo un itinerario ben preciso autorizzato preventivamente.

Infatti, per poter camminare su strada tali veicoli devono essere provvisti di un'autorizzazione rilasciata da Dipartimento per i Trasporti Terrestri (DTT) che ha competenza territoriale nel luogo in cui si svolge il raduno.

Gli organizzatori devono presentare preventivamente un elenco dei veicoli partecipanti all'evento al competente DTT il quale poi provvederà a rilasciare le autorizzazioni necessarie. Si tratta di documenti che consentono la circolazione dei veicoli interessati per un periodo limitato e in uno spazio ben definito, inoltre, la norma prevede che siano indicati anche i limiti di velocità massima consentita in base a quelle che sono le caratteristiche del percorso e, soprattutto, delle auto. Questa regola ha il preciso scopo di garantire un certo livello di sicurezza per i gli utenti della strada in generale.

Disposizioni relative alle auto d'epoca

Per quanto riguarda invece il trasferimento di proprietà delle automobili d'epoca, dato che non sono più iscritte al PRA, è necessario comunicare tale atto al DTT affinché proceda ad aggiornare l'elenco in cui la vettura è iscritta.

Appare chiaro che le auto d'epoca hanno delle limitazioni notevoli e sono considerate alla stregua di cimeli storici.

Ovviamente occorre che sia passato un determinato lasso di tempo dalla loro costruzione affinché un'auto possa definirsi d'epoca. Dopo che sono trascorsi trent'anni è possibile far rientrare un veicolo tra le auto d'epoca.

L'età però non è il solo requisito indispensabile, infatti, trattandosi di veicoli destinati all'esposizione, devono mantenere necessariamente le caratteristiche tecniche originarie della casa produttrice. Va da sé che le auto i cui proprietari hanno voluto personalizzare al massimo il proprio veicolo, apportando profonde modifiche al modello originale, non possono essere iscritte come auto d'epoca. Allo stesso modo le vetture devono essere in un buono stato di conservazione, poiché non avrebbe senso esporre un rottame, a prescindere da quanti anni abbia. Il rispetto di questi requisiti è garantito da un controllo effettuato dai tecnici della Motorizzazione Civile, i quali, solo dopo un'attenta analisi del mezzo, iscriveranno lo stesso nell'apposito registro delle auto d'epoca.

Le auto di interesse storico e collezionistico

L'art. 60 del CdS fornisce una definizione abbastanza chiara delle automobili di interesse storico e collezionistico. Queste auto godono di una maggior libertà di "movimento". Infatti il Codice non prevede delle particolari limitazioni, come accade per le auto d'epoca, ma stabilisce solo che abbiano dei requisiti precisi.

Ma quali sono i vantaggi derivanti dall'iscrizione di una macchina in uno dei registri storici autorizzati?

Sebbene l'iscrizione negli elenchi delle auto storiche comporti dei vincoli per i proprietari affinché questi mantengano le caratteristiche originarie dei mezzi, i vantaggi sono succulenti.

La copertura assicurativa

Il primo privilegio derivante dall'iscrizione del proprio veicolo a uno dei registi storici riguarda la copertura assicurativa. In linea di massima la tutela per il risarcimento dei danni derivanti dalla responsabilità civile in caso di incidenti è la stessa dei veicoli "nuovi", però gli iscritti ad uno dei Club previsti dal CdS godono di particolari convenzioni che comportano dei risparmi anche notevoli.

Le polizze relative a queste vetture non sono del tipo bonus/malus, dunque non hanno una classe di merito e prevedono la guida libera. L'entità del premio è legata principalmente alla cilindrata del veicolo, al luogo di residenza del proprietario e ad eventuali coperture complementari come ad esempio la copertura per il conducente o ancora la copertura per furto e incendio.

Il bollo auto

Un altro vantaggio delle vetture con più di trent'anni è il pagamento del bollo auto. Per usufruire di questo beneficio non è necessario che il veicolo sia iscritto ad alcun registro. La legge prevede l'esenzione del pagamento del bollo auto per gli autoveicoli che sono stati costruiti da oltre trent'anni e che non siano utilizzati nell'esercizio di attività d'impresa, arti o professioni. Non è necessario alcun atto di tipo burocratico per sfruttare tale esonero, il tutto avviene in maniera automatica.

Il bollo relativo ai veicoli storici dovrà esser pagato solo se il mezzo circola sulle strade pubbliche, in questo caso, il proprietario sarà tenuto al pagamento della tassa di circolazione per un importo forfettario di 31,24 €. Il pagamento può essere effettuato in qualunque momento, dato che non è prevista alcuna sanzione in caso di ritardato pagamento. In pratica la tassa è dovuta solo se si intende camminare con il veicolo in oggetto. Anche se il proposito è di circolare solo per alcuni mesi la tassa è dovuta comunque per l'itera annualità.

La revisione periodica

Le auto storiche devono essere revisionate seguendo lo stesso calendario di tutte le altre vetture che circolano normalmente sulle strade. Dunque ogni due anni sarà necessario sottoporre la vettura al controllo periodico previsto dalla legge.

Sotto questo aspetto non cambia nulla rispetto ai veicoli moderni, si tratta infatti di una normale routine prescritta per la sicurezza e la tutela dell'ambiente per quanto riguarda la circolazione dei veicoli in generale e può essere fatta in un qualunque centro meccanico abilitato.

Per le auto d'epoca, invece, le regole sono diverse. La revisione obbligatoria è da fare ogni cinque anni e va fatta esclusivamente presso la Motorizzazione Civile.


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