01 giugno 2022

Cosa fare in caso di targa clonata

Come si può verificare dalla targa se questa è stata clonata? Scoprilo subito leggendo l'articolo.

Beccare delle multe in seguito a una contravvenzione del Codice della Strada può essere un evento sicuramente molto spiacevole, ma può anche capitare di ricevere delle sanzioni pecuniarie relative a una città in cui non si è mai circolato con il proprio veicolo: l'errore umano degli agenti della Polizia Locale può essere un'ipotesi, ma qualora si collezionino diverse multe anomale sarà il caso di insospettirsi e indagare perché potrebbe essere probabile che la targa in questione sia stata clonata. Per evitare questi spiacevoli inconvenienti sono comunque previste diverse azioni da intraprendere oltre al canonico ricorso.

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Come funziona la clonazione delle targhe

Ma come fanno a clonare la targa di una qualsiasi automobile? In realtà, dal punto di vista pratico, tale clonazione può essere effettuata in maniera abbastanza semplice, poiché è sufficiente disporre del nastro isolante e del bianchetto per modificare le lettere e i numeri presenti sulle targhe. A questo punto, il truffatore comincerà a circolare per le strade noncurante dei divieti e dei limiti imposti, incorrendo in diverse sanzioni: gli autovelox rileveranno la targa della vettura con cui si è infranto il Codice della Strada, ma nonostante i software a disposizione degli agenti della Polizia Stradale sarà molto complicato, ingrandendo le immagini, dimostrare che vi è stata una clonazione della targa. Di conseguenza, il furbetto potrebbe avere molte possibilità di farla franca. Diverso è invece il caso degli onesti proprietari delle automobili la cui targa è stata clonata poiché dovranno far fronte alle diverse multe, che verranno recapitate presso la loro abitazione, causate dalle contravvenzioni messe in atto dei truffatori.</p>

Cosa fare se la targa è stata clonata

I disagi per chi viene truffato sono molti, ma la legge comunque assicura delle tutele, nonostante la trafila per poter dimostrare di essere stati truffati sia abbastanza lunga e a tratti anche snervante. Per poter avviare le varie procedure di tutela, per prima cosa occorre presentare denuncia per targa clonata alla Procura della Repubblica: è necessario, però, allegare sia il verbale ricevuto per la multa sia la carta di circolazione del veicolo, e solo in questo modo si potranno avviare le indagini aprendo un fascicolo contro ignoti. In questo caso verrà dato ampio spazio al lavoro degli agenti della Polizia Stradale, che tramite gli appositi software a propria disposizione avranno l'onere di dimostrare, ingrandendo le foto scattate dall'autovelox, che la targa in questione sia stata clonata. Sicuramente un lavoro non facile, visto che, seppur artigianale, la procedura messa in atto dai truffatori permette loro di farla franca nella maggior parte dei casi. Una soluzione alternativa può essere quella di presentare ricorso in via di autotutela allo stesso Comando (indipendentemente dal fatto che si tratti di Polizia, Polizia Locale o Carabinieri) che ha emesso l'atto di contravvenzione. La presentazione è possibile anche con raccomandata A/R con ricevuta di ritorno, purché avvenga entro trenta giorni dalla data in cui è stata ricevuta la multa. Affinché il ricorso possa andare a buon fine, è necessario specificare nell'atto presentato che si richiede l'archiviazione della multa poiché si tratta di notificazione del verbale a soggetto estraneo, di atto illegittimo, di atto infondato oppure che si è trattato di un atto viziato da un mero errore materiale. Ovviamente, l'esito positivo del ricorso è possibile soltanto se è basato su degli elementi di prova che siano certi e inconfutabili che dimostrino che la vettura, nel momento in cui è stata effettivamente commessa l'infrazione dal truffatore, non poteva essere fisicamente nel luogo dove è stato commesso il reato stradale: magari poteva essere in riparazione presso la propria officina di fiducia; ma per dimostrare ciò è necessario allegare la relative fatture circa l'intervento meccanico che è stato effettuato. O ancora poteva trovarsi da tutt'altra parte, a centinaia o migliaia chilometri di distanza dal luogo dove è stata commessa l'infrazione, ma per poterlo dimostrare occorre allegare per esempio l'estratto conto Telepass, utile per tracciare il percorso effettuato dall'automobile in Autostrada. I procedimenti per presentare e vincere un ricorso per targa clonata sono tuttavia molto complicati da portare a termine poiché i problemi da affrontare e da risolvere possono essere praticamente all'ordine del giorno: può succedere, infatti, che non sempre vi sia l'indicazione del Comando che ha emesso la contravvenzione (questo rende più complicato, per esempio, il ricorso in autotutela, poiché può essere presentato unicamente al Comando che ha elevato la multa e se non lo si conosce è difficile risalire a esso); o ancora può accadere che a mancare sia l'indicazione, da parte dell'agente, del modello e della marca dell'automobile che ha commesso l'infrazione. Di conseguenza a causa di tale mancanza il procedimento e l'accettazione del ricorso incorrono in rallentamenti temporali. Se invece si vuol decidere di acquistare una nuova auto e si vogliono evitare grattacapi futuri, il problema può essere aggirato o risolto facendo le opportune ricerche sulla targa, anche online, per capire qualcosa in più di una vettura che di fatto non si conosce. Magari può accadere di trovare sul web delle auto a buon prezzo, ma prima di acquistarle si può rivelare necessario un controllo per capire se si rischia di incorrere in una truffa o se è stata utilizzata nell'ambito di una rapina sfruttando una targa clonata: tramite il sito del Ministero dell'Interno è possibile inserire i dati del veicolo per accedere ai relativi risultati. Questo può essere, inoltre, un controllo molto utile per prevenire il ricevimento di multe a causa della targa clonata: per evitare problemi, una volta constatata questa possibilità, occorre subito denunciare quanto appreso alle forze dell'ordine. I controlli, tra l'altro, sono sempre più digitalizzati e per metterli in atto bastano pochi secondi e semplici click: anche l'ACI mette a disposizione in maniera gratuita il proprio portale web e la propria applicazione per provare a contrastare vari tipi di truffe, quali le intestazioni fittizie e la clonazione delle targhe. Può invece comportare meno oneri e meno fatti eventualmente da dimostrare l'opposizione alla multa, tramite ricorso, evidenziando la carenza di alcuni elementi la cui presenza è necessaria: in tali casi, la multa sarebbe da considerare illegittima poiché i suoi elementi essenziali sarebbero da considerare viziati, permettendo di procedere con il suo annullamento (poiché l'azione di annullamento si caratterizza per avere efficacia retroattiva, la multa si considera come se non fosse stata mai emanata). In particolare, occorrerà verificare la presenza dell'indicazione delle parti in causa, ossia del debitore e dell'ente in nome del quale viene emessa la multa, dell'intimazione a pagare la somma che è stata appositamente indicata con la distinta della liquidazione, della motivazione della richiesta, del termine di scadenza, che ammonta a trenta giorni, dell'avvertimento che, una volta scaduti i termini per il pagamento, si darà avvio all'esecuzione forzata, della data in cui è stato notificato il titolo esecutivo, delle norme di legge che giustificano e permettono tale azione di ingiunzione, dei normali riferimenti generali, riguardanti per esempio l'ufficio emittente, l'indicazione del responsabile del procedimento e dell'autorità a cui presentare ricorso entro i termini prestabiliti e indicati e la sottoscrizione dell'atto da parte del funzionario responsabile. Quindi la mancanza o il vizio di uno solo di tali elementi comporterà l'annullamento della multa.

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