04 febbraio 2022

FAP Automobile: Funzionamento e Manutenzione

Il FAP ha il compito di intrappolare e successivamente bruciare le particelle dannose presenti nei gas di scarico, attraverso il processo di rigenerazione.

Il filtro antiparticolato, meglio conosciuto con l'acronimo FAP, è una componente di assoluta importanza nelle auto diesel, in quanto il loro scopo è quello di ridurre le emissioni di particolato PM10.

Infatti, a causa delle pessime condizioni ambientali, tutte le automobili a gasolio devono necessariamente montare il FAP, per cercare di incidere quanto meno possibile sulla qualità dell'aria. È bene precisare che in commercio sono presenti anche altre automobili che, per ovviare alla problematica relativa all'emissione di particelle dannose, utilizzano un diverso sistema denominato DPF.

Avevamo già visto cosa fare quando si accende la spia del FAP, mentre ora vediamo insieme cos'è e come funziona il FAP.

Che cos'è il FAP?

Il FAP è un filtro antiparticolato presente sulle vetture a gasolio, avente lo scopo di trattare i gas di scarico in maniera tale da contribuire alla salvaguardia ambientale. Infatti, questo elemento, presente su tutti i veicoli diesel che dispongono di una classe ambientale pari o superiore a Euro 4, ha il compito di intrappolare le piccolissime particelle PM10 e bruciarle in un secondo momento. Il FAP è stato, quindi, ideato per evitare che tali sostanze nocive potessero disperdersi nell'aria e, di conseguenza, arrecare dei danni all'ambiente e alla salute dell'uomo.

Il principio di funzionamento prevede che l'apposito filtro vada a bloccare le particelle presenti nel gas di scarico, per poi bruciarle attraverso un determinato processo, quando si raggiunge un certo quantitativo. Nonostante il sistema sia stato studiato per agire in maniera automatica, con il passare del tempo e dei chilometri percorsi si perde l'efficienza del filtro e risulta quindi necessario attuare delle operazioni di manutenzione che, nei casi più estremi, possono portare anche alla sostituzione della componente.

In particolare, bruciando il particolato si innesca il cosiddetto processo di rigenerazione, ovvero si innalza la temperatura del motore e, di conseguenza, quella presente all'interno del filtro antiparticolato, in modo tale da andare a distruggere le PM10. L'attuazione di tale sistema avviene, solitamente, senza alcuna tipologia di problema quando la vettura in questione percorre nel quotidiano strade extraurbane, senza effettuare delle continue soste.

Alcune criticità, invece, si possono riscontrare quando si utilizza principalmente l'automobile all'interno dei centri urbani, visto che in tali condizioni, oltre a non avere la possibilità di raggiungere delle velocità sostenute, si arresta frequentemente l'andamento della vettura. Tutto ciò, fa in modo che il motore non possa facilmente raggiungere la temperatura ideale per innescare il processo di rigenerazione. Per capire nel dettaglio il funzionamento del FAP è utile approfondire l'argomento continuando questa breve lettura.

Qual è il funzionamento del FAP?

Innanzitutto, per comprendere al meglio il funzionamento di questa delicata componente è opportuno essere a conoscenza del suo posizionamento, ovvero del posto in cui viene installato il filtro antiparticolato.

Nonostante possono esserci delle leggere differenze tra le varie tipologie di automobili, il FAP si trova a valle dei collettori di scarico. Nello specifico, alcune case produttrici preferiscono installare il filtro antiparticolato in prossimità dei tubi di scappamento, mentre altre scelgono di montare questa componente vicino al motore, in maniera tale da andare a sfruttare il maggiore calore presente in questa zona, consentendo così alla vettura di bruciare meglio le particelle nocive.

Individuato il posizionamento del FAP si può passare al suo funzionamento, specificando che il filtro è composto di carburo di silicio e presenta una maglia particolarmente fitta, composta da celle di piccole dimensioni, in modo tale da avere una maggiore efficienza nell'intrappolamento del particolato. Per funzionare nel migliore dei modi il FAP è dotato di un'apposita sostanza, ovvero la cerina, che ha il compito di agevolare l'aggregazione delle particelle da bruciare, cosicché da andare a facilitare il processo di rigenerazione.

Quando si attiva tale procedura il filtro antiparticolato raggiunge una temperatura molto elevata, che si attesta intorno ai 400 gradi Celsius, per poter bruciare le sostanze e andare sensibilmente a ridurre le dimensioni delle PM10, espellendole in maniera definitiva dai tubi di scarico. L'intera operazione, che avviene quando il veicolo è in marcia, si manifesta grazie alla presenza di uno speciale iniettore che immette del gasolio aggiuntivo all'interno del circuito per facilitare l'innalzamento della temperatura e, di conseguenza, agevolare la combustione.

È bene precisare che, il più delle volte, l'acronimo FAP viene, erroneamente, utilizzato per indicare anche il più sviluppato sistema DPF, che ormai viene installato su quasi tutte le automobili di ultima generazione. La principale differenza tra queste due tecnologie sta nella modalità di funzionamento, in quanto il FAP opera con l'aiuto della cerina, dal momento che tale sostanza ha il compito di ridurre la temperatura di combustione, mentre il DPF non si avvale dell'aiuto di questo additivo perché riesce ad agire a temperature più elevate.

Come avviene la manutenzione e la pulizia del FAP?

La pulizia del filtro antiparticolato, solitamente, avviene in maniera automatica, soprattutto nei veicoli che percorrono abitudinariamente dei tratti stradali veloci, permettendo così alla vettura di raggiungere delle temperature ottimali per mettere in atto la procedura di rigenerazione. Quando, invece, si utilizza maggiormente l'automobile nei centri urbani, dove i giri del motore sono tendenzialmente più bassi, si possono riscontrare delle difficoltà a innescare l'apposito processo di pulizia.

In tal caso, è conveniente cercare di percorrere dei tratti più veloci per diversi chilometri, in maniera tale da aumentare la temperatura del propulsore e, di conseguenza, facilitare l'attivazione della rigenerazione. Con il passare del tempo, però, anche tale operazione potrebbe risultare vana, in quanto il filtro potrebbe essere particolarmente intasato; in questo frangente il proprietario del veicolo viene avvertito da un'apposita spia luminosa presente sul cruscotto.

A questo punto non resta nient'altro da fare che recarsi in un'officina di fiducia per far analizzare il problema e valutare se procedere con una pulizia forzata della componente o con la sostituzione del filtro in questione. Se il tecnico specializzato, dopo un'attenta osservazione, giunge alla conclusione che non è necessario effettuare una sostituzione del filtro antiparticolato, si procede con la rigenerazione forzata. Si mette in atto una specifica pulizia della componente, attraverso dei forti flussi di aria e il riscaldamento graduale dell'elemento all'interno di particolari forni.

Tale processo ha lo scopo di eliminare qualsiasi sostanza rimasta all'interno del filtro, in modo tale da renderlo paragonabile a uno nuovo. In questa fase, inoltre, si verifica anche il quantitativo di cerina presente nel serbatoio, che solitamente deve essere di circa 5 litri. Nonostante si effettui una regolare manutenzione e una pulizia accurata del filtro antiparticolato è inevitabile che a un certo punto si debba provvedere alla sostituzione di questa componente. Ogni casa automobilistica consiglia di effettuare tale operazione a un determinato chilometraggio, che può variare sensibilmente in base al modello della vettura, visto che in alcuni casi si indica il cambio a ottantamila chilometri, mentre in altri si prevede la sostituzione dopo i duecentomila chilometri.

Quanto costa la manutenzione del FAP?

Il costo della manutenzione varia sensibilmente in base al tipo di lavoro da effettuare e a seconda del modello di vettura. In particolare, è necessario specificare che in commercio esistono degli appositi kit per la pulizia del filtro antiparticolato, che permettono di effettuare l'operazione in maniera autonoma.

Naturalmente, in questo caso, bisogna prestare particolare attenzione, dal momento che, il più delle volte, un'errata procedura di pulizia potrebbe peggiorare sensibilmente la situazione e, di conseguenza, portare a un esborso economico più elevato. Per evitare una sostituzione del filtro, il consiglio è quello di affidarsi solo ed esclusivamente a officine qualificate in questa tipologia di lavoro, in modo tale da effettuare una corretta manutenzione. La cifra richiesta per una rigenerazione forzata è molto variabile e può raggiungere, in alcuni casi, anche il costo di 500 euro.

Nel caso in cui il FAP non risulta essere recuperabile e si deve quindi procedere con la sostituzione di questa componente, il quantitativo di denaro richiesto è decisamente superiore, dal momento che si può anche raggiungere il prezzo di 3000 euro. Infine, è opportuno precisare che il conto finale della manutenzione, oltre a essere strettamente legato al prezzo della componente, dipende sensibilmente anche dal costo della manodopera. In questa ottica, è quindi consigliabile valutare più preventivi prima di affidare i lavori a una determinata officina, visto che potrebbero esserci delle significative variazioni di prezzo tra le diverse proposte.

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