01 marzo 2021

Classe Ambientale Auto: Differenze

Tabella Euro Auto: come verificare la Classe Ambientale

Le recenti normative sulle emissioni inquinanti hanno introdotto nuovi criteri di classificazione delle auto in base all’impatto ecologico, introducendo le categorie “Euro” per valutare la vettura da un punto di vista ambientale e non più soltanto in termini di prestazioni.

La verifica della classe ambientale diventa dunque fondamentale per evitare di incorrere in multe e subire le restrizioni alla libera circolazione su strada.

Le principali differenze tra le classi ambientali sono definite dalle svariate misure adottate negli anni dall’Unione Europea. Prima di passare in rassegna le normative è importante però capire dove poter reperire questi dati, ecco come.

Che Euro è la mia macchina?

Per capire a quale classe appartiene la propria auto è possibile procedere in due modi:

Manuale. Sulla Carta di Circolazione di vecchio tipo il riferimento è indicato in basso nel riquadro 2, mentre nella nuova, in formato A4, si trova alla lettera V.9, sempre nella sezione 2, con un’ulteriore specifica nel riquadro 3.

Online. Il controllo delle emissioni inquinanti del veicolo può essere effettuato tramite i servizi online offerti dal Portale dell’Automobilista, piattaforma del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, oppure consultando il sito ACI.

Classificazione Ambientale Auto: l’evoluzione nel tempo

Le categorie di omologazione dei veicoli si sono evolute nel tempo, vediamo quindi nello specifico le singole classi ambientali delle auto così da capire le differenze sostanziali in materia di emissioni.

Pre-Euro. Questa categoria fu introdotta per identificare le vetture prive di marmitta catalitica o alimentatore a iniezione, immatricolate fino al 1992.

Euro 1. Include i veicoli immatricolati dal 1993 che montano marmitte catalitiche e iniettori sui modelli diesel, considerati altamente inquinanti.

Euro 2. Questo standard fu riservato ai modelli con motore diesel immatricolati nel 1997, quando le furono imposte nuove riduzioni delle emissioni inquinanti: non si introdussero tuttavia nuove tecnologie, ci si limitò solamente ad un miglioramento delle prestazioni.

Euro 3. A questa classe appartengono i veicoli immatricolati dal 2001, quando fu imposto l’obbligo di adottare il sistema EOBD, European On Board Diagnostic, che segnalava i malfunzionamenti dei sistemi di filtraggio dei gas di scarico. Nel 2018 il piano anti-smog impose nel Nord Italia un blocco delle auto diesel Euro 3, che furono escluse dalla circolazione fino al 31 marzo 2019.

Euro 4. A partire da gennaio 2006, questo standard include le macchine realizzate secondo direttiva 98/69b, senza particolari innovazioni, a cui venne richiesta una ulteriore riduzione delle emissioni di CO2.

Euro 5. Include i modelli omologati dopo il 1 Settembre 2009 ma sempre immatricolati dal primo Gennaio 2011, ormai usciti dalla produzione nel 2014 per le tecnologie poco efficienti utilizzate.

Euro 6. A questo standard appartengono i veicoli più ecologici, immatricolati a partire da gennaio 2015, che rispettano le più recenti e severe normative. Sono incluse anche le auto elettriche e ibride, le benzina più evolute e i diesel con sistemi di scarico efficienti o speciali additivi per ridurre l’inquinamento.

Oggi la classificazione ambientale è giunta fino alla 6D, a cui appartengono le vetture omologate secondo lo standard 6D- TEMP, che prevede una prova su strada (RDE) per misurare i livelli di NOx, oltre al rilevamento CO tramite WLTP.


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