06 aprile 2022

Tamponamenti a catena: a chi viene attribuita la responsabilità nei diversi casi

In questo articolo parleremo del tamponamento a catena, un evento che può coinvolgere chiunque durante la guida quotidiana. Esamineremo i casi che riguardano veicoli fermi o in movimento e le relative responsabilità.

Durante l'esperienza di guida può capitare di rimanere coinvolti in un imprevisto. A questo proposito, una delle situazioni più complesse che si possono verificare è quella di un tamponamento a catena. Da tale episodio sorgono comunemente una serie di dubbi che riguardano l'attribuzione di responsabilità, e non sempre è facile districare il filo. Ci sono infatti diversi elementi da considerare, e devono essere valutati nel contesto dell'evento specifico, poiché ogni caso è a sé stante e può essere radicalmente diverso da un altro.

In questo articolo cercheremo di fare chiarezza su questo tema, esaminando i punti che determinano chi deve essere considerato responsabile, in modo da essere preparati sull'argomento in caso si presenti tale eventualità. Si eviterà così di incorrere in sanzioni economiche ingiustamente attribuite.

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Responsabilità in caso di tamponamento: cosa dice il Codice della Strada

Il primo passo per fare luce su questo controverso campo è consultare attentamente il Codice della Strada, che fornisce una linea guida generale che può essere applicata, con le adeguate declinazioni, a qualsiasi situazione: in generale, è ritenuto responsabile dell'evento, il conducente a bordo del veicolo che lo ha scatenato. A tale proposito, l'articolo 141 è molto esplicito, e stabilisce che ciascun automobilista deve obbligatoriamente controllare la velocità di marcia, tenendo conto di una serie di variabili, ovvero: le condizioni e lo stato di funzionamento del mezzo, il carico di presone sommato a quello delle merci che trasporta, la conformazione e la situazione in cui versa la strada, così come quella dell'intensità del traffico, e ovviamente tutte le circostanze che determinano il livello di sicurezza della guida. Ad esempio, l'asfalto riveste un ruolo fondamentale: il fatto che sia bagnato, o costellato di buche, avvallamenti o altri difetti, rappresenta un rischio che è necessario tenere in previdente considerazione.

Premesso ciò, secondo l'articolo precedentemente citato, possiamo affermare che è, in linea di massima, il veicolo che attua in senso pratico il tamponamento quello sul quale deve ricadere la responsabilità, poiché si presume che non abbia rispettato la distanza di sicurezza che sarebbe stato opportuno osservare date le condizioni della percorrenza, e che stesse marciando a una velocità troppo elevata per poter avere il tempo di eseguire una manovra che avrebbe permesso di evitare di urtare il mezzo precedente. Tuttavia, non sempre l'attribuzione della colpa risulta così lineare. Infatti, è possibile che la macchina precedente abbia eseguito una frenata particolarmente brusca, o un altro movimento in grado di creare una situazione di pericolo. In questi frangenti, il discorso è molto diverso.

Il tamponamento a catena tra veicoli fermi in colonna

Distinguiamo ora alcune cornici all'interno delle quali si può verificare un tamponamento a catena, iniziando dal caso in cui questo veda come protagoniste delle vetture imbottigliate nel traffico. Queste evenienze si possono verificare in diverse circostanze, ad esempio quando il transito di veicoli è molto denso e si formano delle colonne, oppure quando diverse auto si trovano ferme davanti a un semaforo rosso. In base a quanto affermato poco fa, il più delle volte la responsabilità deve essere conferita al conducente del mezzo che si trova più indietro poiché, essendo sopraggiunto per ultimo, ha innescato il tamponamento urtando la macchina immediatamente precedente. Questa prima collisione, come conseguenza, solitamente rappresenta anche la causa di tutte le altre, che avvengono a cascata e possono, nel complesso, provocare incidenti piuttosto estesi.

Anche la legge italiana ha espresso il suo parere in merito. Nello specifico, la Corte di Cassazione ha stabilito che, in assenza di altri elementi che meritano di essere chiamati in causa in fatto di attribuzione di colpa, quando si verifica un tamponamento a catena l'onere di pagare i risarcimenti ai veicoli coinvolti spetta alla compagnia assicurativa del conducente che si trovava alla guida di quello posto più indietro. Ovviamente, ci possono sempre essere delle eccezioni, dato che si possono verificare dinamiche molto differenti, e ogni variabile deve essere tenuta in considerazione per evitare di dover sborsare delle somme che risultano inadeguate rispetto alla responsabilità effettiva.

Il tamponamento a catena tra veicoli in movimento

Il secondo caso da prendere in esame riguarda i tamponamenti che coinvolgono dei veicoli in marcia. In questa categoria rientra una casistica ancora più ampia, che deve essere analizzata in modo meticoloso in ciascun elemento. Di conseguenza, alla regola generale della responsabilità che ricade sull'ultimo veicolo, qui la colpa viene suddivisa tra i conducenti coinvolti, e ciascuno è chiamato ad assumersi la propria parte in base ai danni causati, insieme agli oneri economici che ne derivano. Il presupposto di partenza, infatti, è che, in diversa misura, non abbiano rispettato le regole di sicurezza che avrebbero evitato la collisione con il mezzo precedente.

Per tale motivo, è fondamentale che ciascuno presti la massima attenzione durante la marcia, specialmente in quei contesti che includono condizioni particolari, ad esempio una visibilità limitata o resa difficoltosa dagli agenti atmosferici, o ancora se si sta percorrendo un tratto in cui l'asfalto è dissestato o bagnato dalle precipitazioni che sono avvenute in precedenza.

La prova liberatoria: di cosa si tratta

Quando si incappa in un tamponamento tra veicoli in movimento, è quindi bene monitorare tutte le presunzioni di colpa, in modo da dover pagare la giusta somma di denaro che corrisponde al danno apportato. Esiste un modo piuttosto semplice per evitare di dover pagare più del dovuto e accollarsi sanzioni economiche esorbitanti. Stiamo parlando della prova liberatoria.

Con questo termine si indica la capacità del conducente di dimostrare che sono stati effettivamente adottati tutti gli accorgimenti necessari e adeguati alla situazione di guida e che avrebbero reso possibile evitare un incidente come quello avvenuto. In questo caso, all'automobilista non può pertanto venire attribuita alcuna colpa. Per fare un esempio pratico, occorre dimostrare che la collisione con il veicolo precedente non è avvenuta per un inadempimento della normativa (ad esempio, perché non è stata osservata la corretta distanza di sicurezza), ma è direttamente riconducibile all'eccesso di velocità della macchina immediatamente successiva. Un caso a sé stante riguarda il conducente della prima auto davanti tra quelle coinvolte nell'incidente: in questo caso, il conducente non è tenuto a pagare alcuna multa per responsabilità diretta in merito all'accaduto.

Che cos'è l'indennizzo diretto

Infine, un ultimo elemento che deve essere valutato nel contesto in un tamponamento a catena che coinvolge più mezzi riguarda il sistema di indennizzo diretto. Visto che le macchine chiamate in causa sono più di due, non bisogna presentare la richiesta di risarcimento direttamente alla propria agenzia assicurativa, ma occorre agire scegliendo tra due possibili opzioni: rivolgersi al conducente del veicolo posizionato più indietro, ovvero quello che ha causato l'intero incidente, o a quello direttamente seguente il proprio. Nel caso il tamponamento sia avvenuto tra veicoli fermi, è opportuno ricorrere alla prima soluzione, mentre se le vetture interessate erano in movimento e la responsabilità viene distribuita, bisogna optare per la seconda possibilità. Per quanto concerne i danni economici riportati dal proprio veicolo, infine, occorre rivolgersi alla propria compagnia assicurativa.


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