05 febbraio 2022

Emissioni CO2: quanto inquina la nostra auto e cosa fare

Inquinamento da CO2. La responsabilità delle auto nelle emissioni rilasciate nell'atmosfera e come possiamo intervenire per contrastarle.

Il mondo della mobilità privata sta subendo una rivoluzione che gradualmente ci sta portando verso un trasporto sempre più green. Complici le normative europee che si fanno sempre più stringenti per contrastare l'inquinamento, le case costruttrici di automobili sono costrette a rivedere i progetti dei motori che installeranno sui veicoli da proporre sul mercato, investendo capitali consistenti per applicare le ultime tecnologie nella realizzazione di motori a combustione che siano meno dannosi per l'ambiente, o puntando direttamente sull'elettrico. Sono proprio le emissioni di CO2, infatti, il punto critico che mette in scacco la salute del nostro ecosistema.

In questo articolo ci soffermeremo proprio su questo tema, spiegando cosa intendiamo con questo termine e illustrando i relativi rischi e conseguenze; vedremo inoltre alcuni esempi di auto meno inquinanti, con riferimento alle tabelle ufficiali adibite al calcolo della dispersione di agenti inquinanti; infine, forniremo alcuni suggerimenti utili per contribuire in prima persona a ridurre l'inquinamento.

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Le emissioni CO2: di cosa si tratta

Iniziamo con una definizione per esplicitare in modo preciso a cosa ci riferiamo quando parliamo di emissioni di CO2. Con questo termine, si indicano tutte le fuoriuscite di anidride carbonica che vengono disperse nell'aria da parte dei mezzi di trasporto che funzionano con motore termico. Nello specifico, si tratta proprio di un gas che risulta dai processi di combustione, durante i quali un atomo di carbonio proveniente dal carburante si lega a due atomi di ossigeno presente nell'aria.

Quando viene disperso in gran quantità, questo gas si rivela particolarmente dannoso in quanto deleterio per lo strato di ozono che protegge la Terra dalla violenta azione dei raggi ultravioletti del sole. La disgregazione di questo strato, quindi, accelera il surriscaldamento climatico, oltre a peggiorare la qualità dell'aria che respiriamo. Il risultato di elevati livelli di emissioni, dunque, si misura in termini di effetti nocivi sull'ambiente oltre che sulla nostra salute.

Come si calcolano le emissioni di CO2

Occorre comunque precisare che, sebbene qualsiasi vettura funzionante con motore a combustione emetta anidride carbonica, sussistono differenze anche molto significative tra un modello e l'altro. Per questo motivo è stata stilata una tabella che indica la fascia di emissioni all'interno della quale rientra un singolo veicolo.

Per capire a quale livello si colloca la nostra auto, dobbiamo moltiplicare la distanza che percorriamo ogni anno (espressa in km) per la concentrazione di emissioni che troviamo indicata sulla carta di circolazione (espressa in g/km). Il risultato ottenuto ci dice se la nostra auto rispetta le regole imposte dalla Comunità Europea in materia di inquinamento, e ci forniscono anche una chiara indicazione in caso dobbiamo acquistare un mezzo nuovo: alcuni, infatti, danno diritto a sfruttare degli incentivi offerti dal governo. Facendo riferimento alle cifre che possiamo ricavare dalle informazioni fornite dai costruttori e dal calcolo effettuato, possiamo quindi capire quanto consuma la nostra vettura e compiere una scelta quanto più possibile ecosostenibile.

Orientarsi nella scelta: alcuni esempio dei modelli più rispettosi dell'ambiente

La tabella che abbiamo menzionato sopra, quindi, considera i livelli di emissioni di CO2 dichiarati dall'azienda costruttrice per collocare ciascun veicolo all'interno di una delle seguenti fasce: fino a 20 g/km; da 21 fino a 70 g/km; da 71 fino a 95 g/km; al di sopra dei 95 g/km. Per fare alcuni esempi, della prima categoria, che include le auto meno inquinanti, fanno parte per lo più vetture elettriche. La scelta varia molto, dalla versione green della piccola 500 a vetture più importanti come Ford Mustang Match-E o la super tecnologica Tesla Model 3.

Nella seconda fascia, invece, rientrano le macchine non elettriche, prevalentemente ibride, come Ford Kuga plug-in hybrid, Renault Captur, Volkswagen Golf GTE e Jeep Compass. Procedendo verso la terza fascia, ci collochiamo nella categoria delle vetture che consumano meno tra quelle che si servono di un motore a combustione, tra le quali troviamo modelli diesel molto popolari come Opel Corsa, Seat Leon e Ford Fiesta, ma anche alcune tecnologie più moderne, come la mild hybrid proposta da Lancia Ypsilon.

Infine, nella maggior parte delle vetture moderne che si servono delle tecnologie più classiche, troviamo la compatta Volkswagen Up, Renault Megane, Toyota C-HR e Fiat 500L. Ci sono poi dei modelli particolarmente potenti che si collocano abbondantemente al di sopra del limite simbolico dei 95 g/km che segna l'inizio di questa categoria, come Audi RS4 o Porsche Macan.

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Come possiamo ridurre le emissioni di CO2

Negli ultimi tempi la crescente attenzione per l'ambiente ha messo alle strette le case produttrici di automobili, che si stanno ingegnando nell'applicazione di dispositivi quanto più possibile ecosostenibili per non disattendere le normative vigenti per la Comunità Europea.

Si potrebbe pensare che la transizione alle auto elettriche possa rappresentare la soluzione, ma per considerare l'impatto ambientale di queste vetture non ci si può fermare alle sole emissioni del motore elettrico, tecnicamente zero, ma vanno considerate anche tutte le emissioni legate alla filiera produttiva, e gli scarti di produzione. La sommatoria, quindi, è certamente più bassa dei motori termici, ma attualmente non è una filiera ad impatto zero.

Di conseguenza, la soluzione che più si avvicina agli intenti che vogliamo raggiungere rimane quella di puntare sulle modalità alternative di trasporto, come i mezzi pubblici, che rappresentano l'unica alternativa valida per rendere più sostenibile la mobilità. Anche il car sharing e i mezzi a due ruote elettrici, come le biciclette, costituiscono altre possibilità disponibili per chi preferisce viaggiare da solo. In sostanza, le soluzioni esistono, e non comportano, come molti pensano, l'acquisto (spesso oneroso) di una vettura elettrica che peserebbe sulle nostre tasche più di quanto possa produrre benefici per l'ambiente. Le possibilità che abbiamo forse inficiano la nostra comodità e autonomia, ma è un piccolo prezzo da pagare per cercare di contenere l'aggravamento delle conseguenze dell'effetto serra, come si prospettano le normative stilate dalla Comunità Europea.


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